Procida è la più piccola, la più selvaggia e la meno contaminata delle tre isole, pur essendo separata dalla terraferma da uno strettissimo canale; di origine vulcanica come Ischia, conserva traccia degli antichi crateri in diverse insenature della sua costa. Ciò che resta di un antico cratere è l'isolotto di Vivara, su cui sono state trovate tracce di insediamenti umani antichissimi, risalenti al neolitico. Insediamenti micenei e testimonianze di epoca romana evidenziano la comunanza con le vicende delle isole di Capri e Ischia. Nel passato più recente, vanno ricordate le frequenti invasioni saracene e, all'incirca dal 1000 d.C., la fioritura di insediamenti religiosi a seguito dell'avvento dei benedettini.
Giungendo a Procida in traghetto o aliscafo, il primo impatto con l'isola è dato dalle caratteristiche case dei pescatori, variamente colorate per essere riconoscibili anche dal mare. La zona del porto è densamente popolata, e ricca di negozietti e trattorie.
Percorrendo la via Roma, si raggiunge Punta Lingua, dove si può assistere alla maestosità della Terra Murata, che forma una muraglia di origine naturale. In questa zona si trovano l'Abazia di S.Michele Arcangelo, edificata dai Benedettini nell'XI secolo, che ospita importanti opere d'arte, e il Palazzo d'Avalos, dal passato illustre ma in seguito adibito a carcere, fino a pochi decenni or sono.
Oltre la Punta Lingua, si apre il porto naturale della Corricella, tuttora sede di un'intensa attività di pescatori; più oltre, un'altra insenatura ospita la via Panoramica, da dove si possono ammirare splendide vedute di Napoli e godersi rilassanti passeggiate a contatto con la natura.
In posizione diametralmente opposta al porto si trova la spiaggia della Chiaiolella, la più frequentata dell'isola, che segue il profilo di un vulcano spento e si affaccia sull'isola d'Ischia.
Su un versante della spiaggia, una selvaggia collinetta costituisce la via d'accesso all'isolotto di Vivara, collegato alla terraferma da uno stretto ponticello. L'area, costone di un vulcano spento, secoli addietro riserva di caccia di Carlo III di Borbone, è oggi un parco naturale e archeologico, visitabile previo appuntamento con guide autorizzate.
L'interno dell'isola è attraversato da strade su cui si affacciano ville, palazzi antichi e abitazioni popolari particolarmente suggestivi, insieme a numerose chiese e cappelle; in molti punti si aprono inaspettati belvedere da cui è possibile osservare il mare nelle diverse direzioni e con diversi panorami.
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